regalatemi un anno tra i monaci tibetani. Devo scaricare la mia rabbia interiore.

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Erano quasi due anni che non mi sentivo cosi. Ho voglia di urlare e prendere a schiaffi qualcuno.

“Ascoltami quando parlo. Porca troia.” Ecco cosa penso mentre continuo a parlare con chi è stato amico mio per anni e poi ha deciso di intraprendere il cammino della fede.

Un botta e risposta con qualcuno che una volta conoscevi e ora non riconosci più.

Ci sono persone che hanno fede, e ti parlano con il cuore, sorridono con serenità mentre ti dicono che per la tua anima c’e un posto da qualche parte. Le persone cosi sono felici, non hanno bisogno di convincere nessuno. Emanano serenità. Ti fanno sentire a casa, ti fanno sentire al sicuro. Ascoltano, per davvero, come mi é successo qualche tempo fa , come mi succedeva con mio nonno. Mai una parola contro qualcuno, solo sorrisi e comprensione.

Ma ieri, ieri ho avuto una conversazione abbastanza irritante. Di quelle che ti sembra di parlare con un muro, anzi con un mulo.

Ad un certo punto ho pensato di essere pazza, perchè davvero potevo scrivere i papiri del mondo che lui tanto non li leggeva. Ho chiesto pareri ad amici. Mi è sembrato tutto molto surreale.

Sostanzialmente la questione è questa: io un giorno all’altro decido che è ora di prendere in mano la mia vita, decido che le decisioni più o meno importanti devo prenderle da sola, decido di non frequentare più la chiesa in cui sono cresciuta fin da piccola. Niente di particolare, semplicemente ero nauseata dalle imposizioni, non della chiesa, ma dei miei. “non fare tardi, vergognati guarda cosa fai tutto il giorno, la gente cosa deve pensare della nostra famiglia se ti vedono suonare in un gruppo”.. “i green day sono satanici” (la questione è abbastanza vecchia, ma è stata una delle mie prime cause perse da teenager ribelle, devo ammettere che ad oggi provo ancora urto a pensarci. Lasciamo stare.).  La cosa è andata avanti fino a quando, quasi due anni fa, iniziai ad avere attacchi di panico. Ci stavo stretta, non ne potevo più delle pressioni dei miei, di mia mamma che mi guardava male quando saltavo una domenica e non andavo in chiesa. Ero obbligata a farlo.

comunque tornando al mio amico. Mi sembrava di parlare con un testimone di geova. Io continuavo a dirgli:

“ma guarda che io penso che debba nascere da sè questa cosa, nel senso che per ora continuo a vederla come un imposizione e basta. Non ce la faccio a viverla con serenità.”

“non usare la scusa che adesso non è tempo, che vuoi divertirti perchè la usavo anche io”.

Qui ho perso la mandibola. Anche perchè lui certe decisioni le ha prese a 16 anni, scusate se ne ho 24 e penso a cosa farne per davvero della mia vita.

“ma io non ho detto quello. E poi non è che mi sveglio la mattina, apro gli occhi e penso che non voglio andare in chiesa perchè mi devo divertire. Sinceramente l’unica cosa a cui penso e prendere casa da sola e farmi un piatto di pasta senza avere intorno 3 persone che mi dicono i loro pareri sulla cottura.”

“si ma cosa vuoi fare? la laurea, la casa, la famiglia, e poi? sono tutte cose che finiscono”.

Qui mi sono cadute le braccia, e anche le palle. (chiedo perdono per la volgarità)

Poi mi sono ricordata che era proprio per queste situazioni che mi sentivo perennemente sbagliata.Non esistevano “perchè”, non esistevano alternative, vivevo la mia vita in funzione a “questo non si fa perché e così” e io avevo bisogno di spiegazioni vere, semplici, avevo bisogno di perché.

Avevo bisogno di essere ascoltata, avevo bisogno di sperimentare, di vedere con i miei occhi. Avevo bisogno di non essere giudicata per il taglio di capelli, per la vestita. Avevo bisogno di essere me stessa senza bastoni tra le ruote. Avevo bisogno di stare con me, di imparare ad ascoltarmi.  

Parlare con qualcuno che bypassa certe questioni con superficialità fa venire il nervoso.

Perché solo io so quanto cazzo é stato difficile l’ultimo anno e mezzo. Non sto parlando solo della mia storia con lei, parlo di ogni decisione che ho dovuto prendere: Dalla più idiota alla più intelligente.

Ho dovuto imparare ad ascoltare la mia testa, il mio cuore, ho imparato ad ascoltare il mio essere. Ho imparato che la cosa più importante non é la religione, ma il rispetto reciproco delle persone, l’accettazione e il non giudicare.

Ora sto bene, sono tranquilla.Ho i miei problemi di coming out, ma penso che anche questo arriverà quando sarà tempo. Vivo la mia vita in pace e serenità, e non è apparente come dice lui, io sto meglio. Non ho bisogno di gente che mi ricordi quanto la fine del mondo è vicina, che se non salvo la mia anima sarò perduta forever.

Ci sono stata male per questo. Perchè ho avuto l’ansia della morte per non so quanto, e a 12 anni non è da tutti sognare l’apocalisse.

Concludo dicendo che la fede deve essere spontanea, non di certo dettata dal terrorismo psicologico e dallo stress. PUNTO.

8 thoughts on “regalatemi un anno tra i monaci tibetani. Devo scaricare la mia rabbia interiore.

  1. Condivido in toto. Ogni volta che nel mio paesino rivedo i vecchi animatori del gruppo della chiesa mi guardano sempre come fossi l anticristo perché sono atea…quando poi in realtà io so delle storie nei loro riguardi che fanno veramente schifo. Gli manca il rispetto a quella gente…credono di avere Dio dalla loro parte perché vanno mezz ora alla settimana a messa. Vabbé potrei scrivere un commento lunghissimo e acido ma mi fermo qui. Ottima ottima scelta della canzone

    • Pensano di stare nel giusto, pensano di avere le risposte a tutto, quando si fermano li. Benvenga la fede, ma con criterio. Parlo poi di protestanti, che sono molto ma molto più pesanti dei cattolici, i quali si sa che per la gran parte vanno in chiesa solo a natale.. La vita sarebbe stata molto più semplice per me.. 😀 ma invece i protestanti decidono di loro spontanea volontà di andare in chiesa, leggono la bibbia, sono preparatissimi su tutto e stressano quasi come i testimoni di geova..

  2. Ti ammiro molto. Non deve essere facile avere il tuo senso critico e la tua indipendenza di pensiero quando sei cresciuta in un ambiente chiuso come quello di cui parli. Tieni duro, sei forte, sei una bella persona e sì, il mondo è pieno di muli, ma per fortuna non ci sono solo loro.
    Un abbraccio.

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